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Bangkok - giorno 2

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Il sole sorge il secondo giorno sul cielo grigiastro di Bangkok.  Cerchiamo di svegliarci presto, mai sufficientemente presto, per la visita piú importante: il Palazzo Reale . Quando leggevo sulla preziositá e imponenza, non avrei mai immaginato quello che poi abbiamo visto. E nemmeno avevo immaginato la severitá delle restrizioni per entrare: sapevamo che non potevamo far vedere braccia e gambe, ma non é sufficiente un pareo, é necessario avere le "maniche vere attaccate alla maglietta". É l'unico modo in cui posso tradurre quello che abbiamo intuito quando ci stavano negando severamente l'entrata. Non é tutto cosi disastroso,come giá stiamo realizzando stando da poco piúdi 24 ore in Thailandia, é che hanno una speciale inventiva e acutezza nelle attivitá commerciali, effettivamente proprio di fronte all'entrata del Palazzo un negozietto di magliette le "noleggia" per poco piú di un euro. Degno di menzione é il trasporto da hotel a Palazzo Reale: ce

9 giorni in Thailandia: Bangkok, giorno 1

Dopo anni di vita da espatriata, viaggi europei, nuove vite ed esperienze conosciute, forse troppe per poter lasciare una traccia scritta, mi ritrovo di nuovo a vivere un viaggio, da turista sì, ma con tutta la stoffa per riempire un post dettagliato.  La Thailandia per pochi giorni, non é stata solo un bel mare, una cittá caotica, o delle rovine. La Thailandia é stata la gentilezza delle persone, i rumori, gli odori di pad thai per la strada in contrasto con i tombini, i tuk tuk, e tutte quelle sensazioni che ha lasciato sul mio diario di viaggio. Bangkok Giorno 1  L'arrivo a Bangkok ci inghiotte: arrivo all'aeroporto alle 7 am ora locale, in un giorno detto "il giorno del Budda". Non conosco il calendario Buddista, ma deve equivalere a qualunque festivitá religiosa  con il plus del traffico, che già nella sua configurazione normale non permette la circolazione di un pedone abituato allo stile europeo. La menzione del giorno del Budda sarà un informazion

Un viaggio a Riviera Nayarit

Un viaggio a Riviera Nayarit Giorno 1: Puerto Vallarta- Chacala Era da tanto che programmavo un viaggio così poco prevedibile, forse la compagnia autoctona mi rassicurava sull'improvvisazione, ma nonostante questo, si sa come è difficile trovare un compagno di viaggio con cui poter adattarsi a cambiare piano ogni minuto, e prendere decisioni su qualunque cosa, che strada prendere, che ristorante provare, di quale tassista fidarsi. Ed é il bello del viaggio della vita, ogni momento siamo di fronte a decidere qualcosa, a volte qualcosa di grande che può cambiare il destino dei piani futuri, a volte siamo accompagnati, ma ogni decisione alla fine risulta personale. A volte sbagliando strada, troviamo qualcosa di ancora pi'u interessante, ci allontaniamo dalla meta, ma ci avviciniamo a una sorpresa piú simile a quello che volevamo. Dopo piú di un anno di blocco dello scrittore, riprendo con il tour, il viaggio continua sempre e costante, anche se a volte silenzi

Il Cammino di Santiago: le mie tappe

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Dopo tante esperienze spagnole vissute in questi due anni e mezzo di soggiorno a Madrid, finalmente è toccata l'esperienza più grande degli ultimi anni. Anche io ho fatto il Cammino di Santiago.  Non penso sarà necessario dare consigli pratici, di quelli se ne trovano fin troppi nella rete. Quello che vorrei dare è l'idea dell'emozione e tutto quello che ha arricchito la vita di ogni pellegrino, dove tutti siamo diversi ma simili perché accomunati da qualcosa di grande. Sono consapevole che il tema religioso sia delicato e parallelo, ma nemmeno in questo terreno non lascerò le mie impronte, dato che non mi sento spiritualmente in grado di farlo, ma le tappe non si concludono con Santiago e l'evoluzione della vita è un mistero infinito. Dunque partiamo dal principio.  Prima di iniziare a pianificare con la mia cara amica il cammino, non avevo la più pallida idea di come sarebbe stato, ma ero attirata come sempre dal nuovo, dalla conoscenza, dal percorso, dalla meta p

Para ser feliz con los demás es necesario no pedirles aquello que no puedan darnos.

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Devo dire che questa è una delle migliori frasi che ho trovato ultimamente. Quante volte qui ho parlato della varietà di Madrid, per i suoi luoghi, per i gusti, per i locali, le attività. Ma prima di tutto come ogni città Madrid è fatta di gente, tanta gente, gente che si riversa nelle strade ogni qualvolta un evento invade la città, ogni domenica per La Latina, ogni "terracita", ossia tutti i bar con i tavoli all'aperto, pieni di gente a ogni ora dei pomeriggi soleggiati di questa calda primavera. Ormai si sa, non si privano di nulla i madrileni. Ma proprio perché in una fauna tanto grande e  differenziata, in una città tanto cosmopolita, con un viavai di gente che arriva va e torna perché se ne innamora, è ancora più difficile e richiede un occhio speciale differenziare quelli che in questo via  vai restano e quelli che no. Certo che è così in ogni ambiente, di lavoro e amicizie, e ci sono dei pattern comuni sempre. Le donne ad esempio, in eterna competizione in gelosie

Verso i 30

L'età.  E' qualcosa di molto soggettvo nel senso di personale quello che vorrei condividere questa volta. Il bisogno umano di generalizzare, probabilmente rispecchia quella necessità di trovare normalità e generalizzare la situazione propria di ognuno. Quante volte abbiamo detto "è normale, a tutti succede", per sentirci un po' meglio. O viceversa, perdere come mal esempio quella mediocrità comune ed consapevolmente differenti perché convinti si non volere quello che vediamo in quella generalizzazione. Ma cosa cambia, quando arriva quell'età in cui iniziamo a fare bilanci di vita, siam contenti dei nostri obiettivi, ma sentiamo quel vuoto enorme, che ci semrba che i nostri vicini hanno riempito? Nemmeno la scrittura è più la stessa, un po' come le più famose crisi d'identità degli scrittori nella loro eterna revisione, iniziano una pagina in bianco e facendo un cartoccio che poi finisce nel famoso cestino della stanza di lavoro, (o tutto intorno). Co

Prima o poi arriva il tempo per tutto - 2014

In quest’anno come non mai ho imparato che il tempo arriva, per tutto. Da emigrata, e per non dimenticare il contesto madrileno, che resta sempre il fulcro intorno al quale girano vite diverse, avventure, girano soldi e girano lavatrici, anche in un contorno accelerato come questo, dobbiamo abituarci alla pazienza. A parte il fine/inizio anno, e a chi mi chiede continuamente: c’è crisi? vorrei rassicurare sul fatto che se la crisi c’è nei grandi discorsi globali e dove la mia intelligenza di intrattenitrice non arriva, la crisi può non esserci se ce la togliamo di torno. A Madrid si trova lavoro se si vuole, ho visto gente lottare, ma ho anche visto gente non accontentarsi e trovare il proprio obiettivo. Spero che chi è qui possa i confermarlo, e che chi no, beh meglio cerchi un’attitudine più positiva e la motivazione grande, di star bene. Credo che se non avessi avuto tante spinte al mio bisogno di essere indipendente e liberarmi dei problemi, probabilmente nemmeno sarei dove son