"QUALCOSA E' CAMBIATO"

Ebbene si, fino a due settimane fa non avrei nemmeno lontanamente immaginato di poter trovarmi qui a scrivere. Il ciclo della vita mi ha riservato una conclusione drastica e forse un poco innaturale, ma l'inizio di una momento che porterò nel mio cuore come una fase speciale. Non so quanti di voi possano aver subito una separazione, un lutto, uno strappo che sentono e portano nel cuore, e a questo punto del mio blog, un po' meno sospeso nelle nubi del mistero di una scrittura criptica, vorrei arrivare alla concretezza delle esperienze di tanti e ognuno di noi. 
Il ventaglio di possibilità delle vite è incredibilmente affascinante, nessuno può vivere la "stessa" esperienza. Abbiamo solo dei compartimenti, delle scatole di pezzi di vita che raccogliamo ed etichettiamo, per non disperderci nel vuoto dell'incoerenza, e allora cerchiamo di far tornare tutto ad un punto, ad un nome, ma una parte di quell'esperienza resterà sempre inesprimibile, e non sarò io a schiarire quell'alone di inesprimibilità che la rende affascinante. Non spiegherò nei dettagli le mie traversie. Giusto per raccogliere in un abbraccio universale le traversie di tutti voi.

 In mezzo a tutto ciò ci sono le altre persone, le relazioni, le complicazioni dell'esser donna e negare una parte. Cosa voglio veramente per il mio futuro? mi sto nascondendo dietro esempi familiari sbagliati, ma la scelta è mia e solo mia, la responsabilità che fino a poco tempo fa mi vantavo di avere, ha dei momenti di sfumatura. Il bisogno egoistico di star bene che mi fa tornare in qualche modo alla primitività di sentimenti - no, di sensazioni pure e semplici o di istinti si tratta - che avevo repressi. Quanto è difficile mantenere l'integrità morale nella rabbia e nella paura, mettere davanti ai bisogni la superiore intelligenza umana, il dominare gli istinti che solo l'uomo può. 
Quanto conta una famiglia istituzionalizzata, senza il sentimento. Quanto vale la fedeltà alla monogamia, e per chi vale. Spogliarsi di preconcetti e capire l'essenza del bene non mi è possibile. Come in quei sogni fastidiosi, in cui si corre e sembra non spostarsi mai, sto correndo verso una verità cui non ho accesso, un'enigma, che si tesse con le parole ma che con le stesse continua ad intricarsi.
 Tante domande restano aperte, tanto bisogno di parlare di me resta inespresso.  E poi arrivano le possibilità e le contingenze strane, gli incontri, i discorsi in compagnia, e la confusione si fa sempre più fitta. Non ho una conclusione, ma abbiamo iniziato parlando di un ciclo, e come tale mi lascio scivolare circolarmente sull'anello del dubbio.



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