EFFIMERO

Cosa sto facendo? cosa sto facendo?
Fuori di me pare non avere più niente senso, o almeno quel senso di cui finora ho ricoperto gli strati della mia vita.
Finalmente un grande passo è vicino. Lo volevo, lo sapevo, avevo poca fede ma l'ho ottenuto e non c'è nulla che abbia più valore di questo. 
Ho perso. Ho perso una cosa grande perchè non ero più in grado di portarla avanti, forse troppo grande per me, che in mezzo a tanta tempesta ho preferito restarmene al porto. Poi succede che il porto non mi piace, perchè una barca non è fatta per questo. Così mi ributto, in un momento, in quel mare aperto che fa paura che non ha futuro, ma che è cosi affascinante e stimolante. Stimolante. Questo è l'aggettivo che più di tutti mi rimbalza in testa. Ed è quello più difficile da trovare, negli occhi, nelle parole delle persone. E cosi in un secondo mi sono liberata di parte del fardello anti-stimolo, mi sono ributtata... ma per poco. Sono al porto, ora, indecisa. Eppure mi sono guardata intorno e qualcosa ho scoperto anche qui. Non mi sono accontentata della mera superficie della città. Sicuramente un passo avanti, grazie a quel sogno di mare aperto, l'ho fatto. E così mi immergo, in tanti segreti, segreti di vita che mi fanno sentire viva. Effimeri. Consapevole che finirà tutto molto presto, ma ora so, proprio per questo attraenti. In questo momento è il bene effimero ad attirarmi immensamente, e in attesa di un turbinio di sospiri distruttivi, il porto finge sicurezza. E' una libertà strana questa: vivere il momento, senza freni, ma schiavi della sua istantaneità. Tutto si muove e cambia eppure è cosi fermo, o così a rallentatore. E' come se la moviola proceda fino a una certa data di aprile, e poi qualcuno schiaccerà Play. Chissà quante botte, quanti schianti da quel play la barca dovrà subire. Eppure anche adesso, faccio tesoro di infinite cose. Faccio tesoro dei cambiamenti, degli errori, del peggio di me, dei pregiudizi che si infrangono e dell'oro che non luccica più e che viene venduto perchè cosi va fatto, anche se è difficile staccarsi. 
Mi fa un po' paura questo bisogno di esser vivi. Quello che porta a fare cose grandi perchè nulla basta più. Quello che ti fa alzare il volume del rock con i bassi al massimo, fino a rompere le orecchie, a correre di notte in macchina. E quel POTERE di fare ciò che piace. Esattamente, senza freni. E così nel mezzo del lavoro che più mi piace, nello sviluppo di quello che potrò essere, brancolo nel buio senza futuro, regalandomi quel presente istantaneo dove il problema etico sembra cristallizzato e le domande restano in una nube di fumo. Aspettando che si diradi.


Commenti

  1. il tuo post mi fa venire in mente due poesie, che magari possono fornire uno spunto di riflessione... :-)

    la prima, di MARK TWAIN:
    Twenty years from now you will be more disappointed by the things that you didn’t do than by the ones you did do.
    So throw off the bowlines.
    Sail away from the safe harbor.
    Catch the trade winds in your sails.
    Explore. Dream. Discover.

    La seconda di Henry David Thoreau, che tra l'altro non credo sia nemmeno una poesia:
    "Most men lead lives of quiet desperation and go to the grave with the song still in them."
    If you advance confidently in the direction of your dreams, and endeavor to live the life which you have imagined, you will meet with a success unexpected in common hours.
    You will put some things behind, will pass an invisible boundary; new, universal and more liberal laws will begin to establish themselves around and within you; or the old laws be expanded, and interpreted in your favor in a more liberal sense, and you will live with the license of a higher order of beings.



    Sembra che alcune persone siano destinate a vivere vite non convenzionali...
    «Two roads diverged in a wood, and I —
    I took the one less traveled by,
    And that has made all the difference...»
    Robert Frost

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  2. grazie per queste citazioni! davvero molto interessante. be quella di twain la conoscevo e forse ha agito da impulso inconsciamente... bella anche quella di frost.
    A presto!

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