Madrid Internazionale (ricordando ABC Fiesta "I"ndependencia)



Musica chill out, domenica di riposo post piccola influenza - quando il tuo corpo dice basta, ascoltalo! - giorni di pioggia battente come non mai, rientro da una settimana strana, dopo una visita affettuosa e un quell'odore di radici familiari intorno a me. Ebbene sí, in questo frangente di tempo fra l'ultimo post o l'hic et nunc, anche se si parla di piani temporali incompatibili, sono passate e non trascorse temporalmente, vicende di affetto, mancanze, presenze, sorelle a Madrid, feste, uscite. Come blog di viaggio convenzionale, potremmo farvi una lista di consigli di luoghi dove ballare, bere, una copa, andare di tapas, insomma di quelle informazioni che si cercano in internet e che nonostante le piccole differenze di gusti, restano le stesse.
Non è nello stile soffermarmi sulle caratteristiche fredde di una città che ne perderebbe tutto il fascino, ma possiamo iniziare leggermente, con un piccolo giro di perlustrazione ai novelli di Madrid: la zona Sol, la zona "guiri" (degli stranieri), la zona di chi abita fuori madrid, o dei turisti, degli studenti, degli europei che in migliaia affollano la cittá internazionale. La prima domanda in questi luoghi, soprattutto quando non hai occhi scuri e capelli neri, sará sempre "where are you from?". Che strano veder il tempo volare e da navigatrice assidua di blog su Madrid, arrivare a produrre contenuto 2.0 su ció che non può mancare in una visita turistica nella città, o magari nel fare da guida a qualche persona cara che è venuta  farti visite. Del resto molte conoscenze di luoghi e metodi sono nati cosí un po' per caso, come prendere l'autobus una sera dopo aver accompagnato la cara sorella (quando parlavo delle radici italiane che sono arrivate a far visita da queste parti) e aver scoperto essere molto più affascinante della fredda metropolitana. La metro di Madrid è iper funzionale e affascinante soprattutto i primi tempi in cui un'italiana sperduta non è abituata a notare tanta gente riempire le metro in apertura alle 6 del mattino. Ma il bus non può mancare, soprattutto quando scopri che da Sol arriva a 5 metri da casa tua e che puoi usare lo stesso biglietto della metro. E soprattutto, passano fedeli tutta la notte.
Se vuoi bere la miglior (e più carica) sangria di Madrid, non ti puoi perdere las Cuevas del Sesamo: anche questa scoperta recente, e che acquista un valore particolare se vai con chi ti vuole bene e ti perdi nelle citazioni del soffitto, interpretabili molto meglio dopo qualche bicchiere, e non ti accorgi nemmeno del pianista che inizia a suonare, forse perchè tanto perfetto il connubio con l'ambiente rustico che come il suono di sottofondo delle sfere dei filosofi romani (questo mito mi torna ripetutamente in testa) finisce per non essere percepito ma è costante.
Nelle vie a raggiera del Sol di Madrid (la piazza ha raggi proprio come un sole) non serve programmare molto: los "relaciones" ti chiamano e ti offrono chupitos se non a volte copas di mojitos dolci dolci, per farti entrare nel locale, e non vi preoccupate, approfittatene! se ti piace resti, altrimenti continui fino a quando l'ultimo locale ti piacerà davvero quando tutto il mondo ti sorriderà (suggestione alcolica o realtà?). Ma uno di quelli che ci piace fin dal principio è il Monnalisa, soprattutto una volta che hai imparato a memoria anche le canzoni in spagnolo (attenzione, non significa spagnole, ma soprattutto raggaeton sudamericano). Abbiamo esplorato La Joy, la Kapital, il Sansara, il Pacha, il Moondance - dove mixa il miglior deejay danzante mai visto - ovvero i posti più "pijos", dove le ragazze sono super tirate ma... non se la tirano per niente. 
A parte la Gran Via la sera, che resta la mia zona preferita, e vista dalla azotea del Circulo de Bellas Artes, ossia dal tetto del palazzo, ho scoperto da troppo poco il tempio di Debod, non solo come meta turistica, e non solo alle luci romantiche della sera con vista del palazzo reale, ma anche in versione "botellon". La serata erasmus inizia qui, con bottiglie di rom comprate dai negozi cinesi e con ghiaccio cinese (non avrei mai pensato che si potessero fare soldi vendendo ghiaccio, ma dalle piccole idee nascono grandi imprese) nelle panchine del parco, se sei fortunato e qualcuno se ne va riesci a rimediare anche un tavolino e intorno a te impazzano risate, fotografie tra sconosciuti e tra gli arbusti del parco ti senti parte della fauna locale.

Ma tra tutti i posti convenzionali, oggi unconventional torna con un flash back a una festa temporalmente  passata, ma che assume un significato affettivo, e une di quelle che meglio mi ha mostrato la Madrid internazionale. Non mancano le occasioni per parlare inglese (i bar di intercambio sono ciò che più pienamente soddisfa la voglia di internazionalità, di praticare lingue e di fare conoscenza) e tra questi alcune feste - come in realtà anche i luoghi turistici -  non deludono.  Alphabet Club, organizza una festa i cui fondi sarebbero andati proprio ad Accion contra el Hambre. Il locale: Ramses, nella cornice della Porta di Alcalà, luogo per ricchi, e non immaginavo a tal punto. Per motivi economici sono un po' restia sul partecipare, ma alla fine riesco a guadagnarmi l'ingresso lavorando ocme volontaria al registration desk. Mi sembra di tornare hostess, ma come dire, essere qui e con un'altra causa da un tocco più eccitante. Riesco ad iniziare lavorando, seguire bevendo buon vino e sbeccolando con la mia più cara amica spagnola, al bar con i tickets per le bevande che provocano invidie e sguardi degli avventori, e terminare parlando inglese con danesi che sembrano americani, con una citazione di John Lennon nel taschino, 
"La vita è una cosa che succede mentre si è impegnati a fare altre cose"
un indirizzo mail interessante e un taxi condiviso con persone che mi fanno star bene. E questa è la fatidica notte in cui decido di dissimulare totalmente la mia nazionalità, e di avere il potere di farlo. Insomma è il caso di dire, il mio accento non lo riconosce nessuno? anche la blogger ha bisogno del suo momento di gloria, perchè no, scambiando la propria abilità immaginativa per una locutoria, insomma, come sempre dovrete fidarvi delle mie parole. E forse l'idea di metter all'asta con una consumazione la mia nazionalità non è poi cosi malvagia! Visto che "de donde eres" è una domanda cosi comune e che poter non essere di dove mi trovo continua ad avere il fascino dei primi mesi di innamoramento, quando è tutto roseo. Una città in fondo è come un amante. Puoi inammaroarti all'istante, o ci puoi stare sapendo che non è per la vita. Ha i suoi difetti, i primi tempi sono i migliori, ci puoi litigare, la puoi criticare, ma se ti regala emozioni non riesci  a staccarti, anche se è un rapporto solo fisico. Forse si evolve in qualcosa in più, qualcosa in più rispetto alle città precedenti, e allora capisci che non è una storia qualunque. Non riesci a dire di no quando ti tenta, e cerchi le sue braccia quando ti lascia sola in mezzo alla confusione.
Madrid bésame, bésame mucho...



Dedico questo post a un lettore a sopresa, che continua a leggermi e che mi ha fatto tornare la voglia di scrivere, che sono riuscita a far sognare e che mi ha fatto sognare, che mi ha ricordato che anche se i giorni corrono via nella ricerca assidua dei nostri obiettivi, non ci dobbiamo dimenticare di continuare a coltivare le nostre passioni, trovare il tempo per fare qualcosa per noi, e qualcosa per gli altri. 

E concludo con questo video, che mi è stato mostrato proprio dal mio amante, Madrid.


Commenti

Post popolari in questo blog

L'ARRIVO

Bangkok - giorno 2

#23F o 15 M-alasaña