INIZIO

Ed eccomi qui, in un blog. Una mattina impegnativa, come sempre davanti a un bel libro (eufemisticamente, testo universitario), di cui ho già perso le fila. Come un percorso alla Hansel&Gretel, o al di Arianna filo, mi ritrovo in questo cono di Paradiso. Dico che ho perso le fila perchè se dovessi ripercorrere senza sassetti i momenti che mi hanno portato qui non saprei farlo. C'era questo schermo da 13" davanti ai miei occhi, così superfluo e così poco comunicativo, che si è improvvisamente illuminato. Proprio un Illuminismo multimediale, ma personale, che come tutte le grandi scoperte col senno di poi viene da chiedersi "ma come han fatto a non pensarci prima". Ma finalmente l'ho trovato: è lui, il mio momento, contro la sterilità dei gruppi facebookiani, e a dire il vero di tutto ciò che è facebookiano. Ormai le nostre vite sono lì, così convenzionali, stereotipate, così incastrate nel sapere, nel curioso/morboso di conoscere gli eventi banali delle vite degli altri che altrimenti non verresti mai a conoscere. Caspita è così riduttivamente imprigionante pensare: oddio senza Facebook come avrei potuto saperlo? Bene, è vero, sono la prima ad esserne incastrata, ma sono qui per liberarmi con prometeico coraggio. Una battaglia contro le divinità. Quelle del popolo, quelle del cittadino medio, apolitico perchè ignorante, areligioso con il pretesto di non credere alle Istituzioni ecclesiali, a-tutto, perchè non cogitante. Uno di questi cittadini ha deciso per un conato di cogito (incredibile come suoni siano in grado di evocare immagini molto diverse dal concreto contenuto comunicativo), e vuole propagandarlo, con un'etichetta, ossimoricamente, Unconventional.

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