P O S I T I V E


Più parli con le persone più senti lamentele. Tutti si lamentano. Insultano gli altri, incolpano, alter = nemico, vincere = schiaccia il prossimo tuo. Questo blog sta diventando una piazza di ideologie è vero (ma non ideologismi) ma che male può fare un po’ di sano moralismo, in mezzo a tutto questo fiato sprecato, occupare ancora un po’ di spazio con altri fiumi di parole futili non potrà né giovare né peggiorare il nostro caro globo. Allora perché ti lamenti? Certo non esiste sede dove discutere i fondamenti vitali delle proprie credenze (nemmeno per quelli che non ne hanno): la responsabilità del Caso, di Dio, la predestinazione, la Fortuna, schiere di dei olimpici. Ma ragiona, una cosa non la puoi negare: se ti trovassi in uno stato vegetativo, se ti fosse dato solo di nascere, sarebbe forse Dio a dotarti di laurea, di rapporti con l’altro, di successi e insuccessi? NO. Sei tu. Tu sei l’artefice primo di ciò che ti sta attorno. l’hai ottenuto con più o meno fatica in maniera direttamente proporzionale a … quello in cui tu credi. Ma solo in seconda istanza quelle entità ti verranno in aiuto o in contro. Devi lottare. Non c’è nulla che ti venga regalato, sappilo, ti viene facile incolpare, perché ti fa troppo soffrire, assumere la consapevolezza che l’unico vero responsabile sei tu. Parliamo di un concetto, così tremendamente scomodo, la Volontà. Essa serve per i tuoi rapporti i tuoi successi, in fin dei conti la tua felicità. Ti sembra strano vero, e invece la tua felicità è proprio in balia della tua Volontà. Quindi se non sei felice, in fondo non lo vuoi. Perché c’è un prezzo: mettere in atto la volontà è fatica, ed è un prezzo alto di cui pochi si assumono il fardello. E molto più facile lamentarti no?

Prendendo spunto da alcuni interventi su Forum (dopo anni di tv muta, gli stimoli esili sono in realtà percepiti molto più forti e la passività da spettatore televisivo può in realtà tramutarsi in attività), mi chiedo ancora, perché tu, discriminato razzialmente o sessualmente, ti lamenti del tuo triste “destino”. Dici che la tua famiglia non ti accetta. Ma fermati e pensa: tu non hai nulla che non va, ma anche il tuo alterego, quello etero, di successo, laurea ad Harvard, massimo dei voti, stipendio elevato e meritato, sì proprio lui, ha un “destino” così simile! Anche lui Non viene accettato dalla sua famiglia, e anche lui come te è “normale”. Ci hai mai pensato? Qui non si tratta di far valere la propria normalità. L’unica cosa che puoi fare è non violare la proprietà fisica e morale altrui. Tutto il resto è libertà, è arbitrio, è nelle tue mani. Coelho non è Dio, ma nemmeno il Papa lo è, quindi stavolta citiamo Coelho: quando vuoi fortemente una cosa, tutto l’Universo cospira perché essa si compia. Scomodo per te, che non sai veramente il significato di “volere” - guarda caso, torna la stessa etimologia di quell’essenza dimenticata.

E’ ora di combattere, e non lasciare che la vita ti scorra appresso quando non avrai fatto altro che lamentarti e il tuo volto rugoso si volterà senza scorgere nulla di un momento goethiano. Ti resterà solo un mazzo di carte senza jolly.

Ma per oggi mi sono lamentata abbastanza, torno alla Ruota della fortuna, aspettando un esito importante. Ho puntato tutto sul rosso.

Commenti

  1. Tremendo il mazzo senza jolly. Ma...cos'è il jolly? La casualità, una circostanza fortuita o la sana fibrillazione di fronte al rischio?
    Ciao!

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  2. Hai ragione proprio tremendo!! per me il jolly è la possibilità che ti crei per poter raggiungere un obiettivo nella vita, per vincere la tua partita... è una possibilità e come tale fortuita, ma sta a te saperla usare nel momento opportuno, perchè perso quel jolly potresti non averne altri... Ciao e grazie del commento ;-)

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