BOLOGNA - colloquio di lavoro, famosa azienda telefonia mobile




E così per alleggerire un po' i toni, un piccolo resoconto dell'allegra giornatina primaverile e soleggiata di ieri, in viaggio con Trenitalia (il solo nome mi terrorizza) destinazione Bologna (o "Paradiso"forse).

Deciso di rischiare e sfidare i ritardi temuti, e prendere il treno ad un'ora mattutina più che dignitosa: partenza ore 8.56 - arrivo ore 11.15 - colloquio ore 12. E ho fatto bene! la levataccia alternativa sarebbe stata solo una perdita di tempo, il treno infatti in perfetto orario, anche se un pochino brutto e sporco, ma suvvia, non è certo il caso di perdersi in queste pignolerie, non si può mica pretendere perfino la pulizia su un treno! Ovviamente dimentico qualcosa, le preziose cuffiette per il cellulare, cosa che mi costringe a passare tutto il tempo senza musica e la lettura di un libro (regalo gradito, ma che in realtà non si sta rivelando avvincente come sperava la mia cara amica per il mio bene) inizia a farsi un tantino pesante. Alterno guardando fuori dal finestrino, felice che nessuno si sia ancora lamentato che io l'abbia lasciato aperto - visti gli odori - ma come non detto nel giro di 5 minuti una signora si gira e prende finalmente il coraggio di chiedermi di chiuderlo. Va bene, è stato bello finché è è durato. Ma cavolo, la gente ancora non sa che è colpa del caldo e dei luoghi chiusi se ci prendiamo l'influenza e non certo dell'arietta frescolina di fine stagione!

Anche la quiete come in ogni viaggio fatto in solitudine viene ad un certo punto alterata da 3 individui tipicamente alienati dal mondo (forse grazie a sostanze chimiche che danno così piacere e dipendenza ad alcuni esseri umani), due uomini e una donna. Uno inizia a chiedermi cosa vado a fare a Bologna... e per non essere costretta a inventarmi i dettagli di un Bildungsroman così su due piedi, mi è venuto più comodo raccontare la verità, e gentilmente asserire che per "scaramanzia" non mi sarei addentrata nei dettagli del lavoro per il quale ero in viaggio. Per fortuna poche fermate e mi lasciano tranquilla, restandomi addirittura i 10 minuti per gustare i miei Pavesini di metà mattina, indispensabili per affrontare l'avventura del giorno.

Arrivo: tranquilla, sono in perfetto orario, mi avvicino alla stazione dei taxi come avevo deciso di fare, e appena scendo il marciapiede non ho dovuto nemmeno chiedere: tante facce simpatiche dai tratti e dall'accento emiliano mi offrono il loro mezzo; opto per quello più deciso, che butta addirittura la cicca to give me the ride. Si nota subito la differenza con i Veneti, certo è brutto generalizzare ma impossibile non farlo, è così divertente! Il Veneto medio è simple-minded, chiuso, poco propenso alla conversazione con estranei, figuriamoci i taxisti! e così mi ritrovo a parlare con questo simpatico signore delle mie vicende familiari stile divanetto psicanalisi, del lavoro oggi e luoghi comuni, per fortuna c'è ancora qualcuno in grado di parlare del più e del meno. Poi penso tra me, inizio a prepararmi col dover parlare di me-ma-non-troppo.

Arrivo, incredibilmente trovo tutto al primo colpo, consegna badge indispensabile per passare dalle porte e mi sembra di trovarmi in Matrix. "palazzina, terzo piano" eppure qui sembra tutto un palazzo... prendo porta a caso e in ascensore un postino educato e simpatico mi saluta e constata:

-ah, terzo piano, anche tu al corso? -e io per farmi dare indicazioni prima che sia troppo tardi

-No,veramente è un colloquio...

-ah si giusto, colloquio.

Alchè rassicurata da questo errore di nomenclature mi avvio a caso lungo il piano tutto bianco di uffici prefabbricati e vedo due ragazze carine che sono lì per il mio stesso motivo, e dalle quali capisco di esser in largo anticipo e i selezionatori in grosso ritardo. Non era esattamente come mi aspettavo: sarà una selezione all'ultimo sangue, un po' incongruente con l'offerta (pronto a qualunque cosa per quel lavoro, ma il datore stesso prende in mano la tua vita promettendoti la luna e riparandosi dietro un contratto mensile che sospende sul filo la tua attività che diventa improvvisamente incerta ogni 30 gg!!). Arriva il mio turno, non sono agitata, la selezionatrice giovane ma molto severa, stretta di mano importante, diciamo assoutamente da imitare se non fosse per quella poca solarità... i miei sorrisi durante l'interview vengono ricambiati con dure smorfie di serietà integerrima.

Domande: spicciola psicologia da risorse umane.

Risposte: avrei dovuto prepararmi di più sulla parte concreta, la storia dell'azienda per cui vorrei lavorare! Ricordo che in un colloquio precedente avevo privilegiato le conoscienza ma avevo peccato in motivazione personale, stavolta probabilmente la stessa sorte del colloquio toccherà anche se per valori invertiti.

Proposito: sommare entrambe le qualità nel prox colloquio, motivazione e preparazione.

Ritorno a casa stavolta umilmente in mezzo pubblico, pieno e puzzolente, ancora sole e calore primaverile, in perfetto orario per il primo treno utile, rapido ed economico, dolcetto fresco e consolatorio alla macchinetta automatica del binario (cavolo volevo un bel Magnum ma fuori stagione niente gelati :-(), mi siedo e aspetto di tornare. Fatto tutto. Faccio un bilancio delle risposte che sicuramente mi faranno escludere... metà con quelle positive, o almeno che io credo tali. Difficile correggersi se non ti danno indietro il compito con gli errori da controllare. Da adesso in poi la vita è così. Vai, rischi, se va male non sai perché, se va bene, punto in saccoccia e non ci si pensa più. Oggi resto in attesa di conoscere quale delle due alternative ha voluto la storia della mia vita.

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