Appartamento non convenzionale

Per le strade di Madrid con una regolarità assai piacevole tutti i giorni percorro la mia via verso il lavoro



e una mattina come tante preparo borsa a tracolla, sacchetto con cioccolatini italiani, musica nelle orecchie per pensare. Da ormai un mese passo a fianco ad una comunità nigeriana, al parrucchiere con gli occhiali da vista colorati, al signore che fa uscire i churros con la loro forma caratteristica dall'impastatrice e si mostra attraverso il vetro del suo bar. Un ragazzo con l'Ipod che vedo ogni mattina, il sole - mi sto abituando a un tempo troppo bello - e il mio passo scattante che non mi fa sentire alcun freddo. E' lunedì e ripenso al giovedì notte di salsa, e al sabato notte, alle luci del Joy che rischiarano la chiusura delle 6 del mattino, il dolore ai piedi, la metro. Osservo nei bar le persone che fanno colazione e oltre a chiedermi perchè in italiano non esista la parola "colazionare" che sarebbe cosi comoda, le paranoie linguistiche continuano con le fisionomie. Mi chiedo se sia possibile riconoscere una mimica facciale tipica di una determinata lingua. E' troppo scontato che abbiano la mimica facciale da spagnoli solo perchè siamo a Madrid ed è questa la lingua ufficiale. D'altra parte come è riconosciuta in tutto il mondo la tipica gestualità italiana (ma tu, che ***** vuoi?) possibilmente anche l'allargamento della bocca o il raggrinzimento della fronte dipenderà dai suoni che riproduciamo.


Le 8 ore lavorative scompaiono in un soffio, quindi mi soffermo nel raccontare la storia sentimentale di oggi: Dos Peruanos en Madrid.
Con grande piacere sono arrivati due dottorini di Lima nel mio piso compartido, Arturo e Carolina. Amabili, decisamente i migliori dell'appartemento. Una mattina Caro mi fa assaggiare la lucuma, un pomeriggio mi bussa alla porta e mi regala tantissimi infusi specifici per ogni momento, indigestione, influenza, sapori di frutta. 
Ma perchè racconto di loro? qui siamo in UNconventional, i ruoli pre costituiti i luoghi comuni e le banalità non ci paicciono. Allora forse è il posto giusto per cambiare foto profilo al peruviano che suona in piazza con le piume, e raccontare la forza di volontà di due dottori limegni, in fuga da una città enorme, che offre mille possibilità di lavoro (diversamete da un'Italia che affonda), in cui i taxi sono il mezzo di trasporto quotidiano, che portano a fianco i resti delle civiltà pre colombiane e che un giorno chissà... anche l'Argentina sembrava lontana.
Ma a loro non basta: qui a Madrid hanno l'opportunità di fare carriera, di crescere con uno studio proprio, e non di restare nella stessa impresa senza possibilità di scalata. Per tuto questo dovranno superare l'esame qui in Spagna per il quale studiano giorno e notte. Se non lo supera, Caro si prenderà un'aspettativa di un anno per studiare e affrontarlo di nuovo, tornando in Spagna. Questo è volere. Avere un obiettivo. E io spero nel profondo che i loro sforzi vengano premiati. Quanta fede e volontà deve avere una persona per decidere di fare la scalata sociale e affrontare un viaggio transcontinentale rischiando l'attuale posto di lavoro. Dopo aver sognato Lima dai racconti della mia companera, scarto il pacco che con tanto amore di madre mi arriva dall'Italia. Il biglietto con una frase di Confucio:
In qualsiasi direzione vuoi andare, vacci con tutto il cuore
A tutti quelli che stanno cercando la loro direzione, a chi l'ha già trovata, e a chi merita di vincere con la sua perseveranza.

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