Fiestas Navideñas en mi casa Madrileña

E come nelle migliori storie, sono le 11 dell' 11 gennaio e tutto va bene, qui a Madrid. 
Dopo un'accurata valutazione del caso, ho deciso di trascorrere le festività qui, giusto per affrontare una nuova esperienza vitale. E' stato rigenerante: niente pranzi obbliggati, niente litigi dei parenti, sensazione di purificazione almeno apparente. E così dall'essere molto libera sono passata improvvisamente al molto indaffarata, per le calles di Madrid. Visite turistiche sotto un caldo sole che illumina il presepe all'aperto, danno un colore estivo a questo Natale. Appagante, non dover fare per forza regali a tutti, e ugualmente passare una vigilia di atmosfera domestica, con un tacchino gigante in tavola e varie nazioni intorno. La scoperta i nuovi sapori e odori, luci che cambiano colore, panettoni spagnoli. E così il lunedi di Santo Stefano è già lavorativo, ma il clima rilassato è meglio di una vacanza. Stuzzichini e cañas prima e durante il lavoro, colazioni e caffé lunghi. 
E poi le luminarie cittadine. Siamo in una metropoli e anche se i madrileni si lamentano delle stesse coreografie uguali ogni anno, direi che possiamo esserne entusiasti. Tutto questo basta per capire che forse allontanarsi sotto Natale ci da l'opportunitá di avvicinarci ad altro...
Ma arriviamo al piatto forte, la Nochevieja. A parte qualche imprevisto iniziale di ritrovo nelle periferie della cittá, grazie ad una vecchia amica posso provare finalmente il rito de las doce uvas mangiate a suon de campanadas proprio nel cuore della mia Puerta del Sol. Sentito raccontare mille volte dalle professoresse di spagnolo, diventa ora anche la mia cultura. E cosi mi ritrovo davanti questo piattino, che osservo timorosa, chiedendomi se sia umanamente possibile e se per non avere sfortuna il prossimo anno debba rischiare di soffocare a capodanno, ma va tutto liscio, cercando di contenere il riso, e soprattutto la voglia di gridare al rintocco della mezzanotte come da una ventina di capodanni a questa parte. Concentrarsi sulle uve fa perdere il momento del passaggio, che in fondo è pura convenzione. Anti convenzionale lo è stato davvero questo trapasso d'anno. Non ho parlato di bilanci con nessuno, non ho litigato per organizzare feste e non ho rotto amicizie. Ho avuto l'emozione di sentire la voce delle sorelle come se fossero a due metri da me e sinceramente, sentire tanto affetto da lontano mentre ci si prepara para ir de juergas nella capitale, non ha prezzo. 
Incontri casuali di lavoro nel Moondance, serata vivamente spagnola, tutti convinti che in Italia non ci sia cosí tanta festa. Che strani luoghi comuni! Soprattutto vedendo ballare una italiana scambiata per ballerina di danza del ventre da un sudamericano o qualcosa di simile...Certo non dovunque, ma dove c'è Kamillandia, c'è festa. Che mondo sarebbe senza Kamillania. E per stare in tema di slogan, che mondo sarebbe senza il vaso gigante di Nutella che ogni giorno mi tenta al Lidl dietro casa? 

Seguono giornate di cafés con leche, tapas, restaurante Chino de Plaza de España: il ristorante piú sporco e piú buono dove abbia mai mangiato cinese.  Cammino per la cittá, aspetto l'amica sotto l'Orso de la Puerta del Sol e respiro l'aria di un posto che potrebbe essere mio. Chissá se è il nuovo anno o il nuovo anno di vita che sta per compiersi, ma una luce mostra tutto improvvisamente piú chiaro. Obiettivi, professionali e di vita. E si inizia a fare l'ordine che aspettavamo da tanto. Mille stimoli mille cose in cui immergersi e la rete non mi da tregua, ma nemmeno cerco riposo, questo vortice di networks, conoscenze, sharing, meltin'pot mi coinvolge.

Commenti

Posta un commento

Post popolari in questo blog

L'ARRIVO

Bangkok - giorno 2

#23F o 15 M-alasaña