B U E N O S A I R E S


B U E N O S  A I R E S


I viaggi singolari vanno ricordati in una pagina singolare.
Così andò per la nostra gita a Buenos Aires, la vera metropoli latino americana.
E come in ogni viaggio singolare ci saranno le solite guide turistiche da raccontare, ma ancora di più le pagine da diario di viaggio, quelle personali, che lo rendono unico e condivisibile.
ARRIVO
Si parte alle 17 dopo il lavoro, "colectivo" fino alla stazione dei bus Retiro, tempo di percorrenza, 4hs. Sono d'accordo con la mia FAMIGLIA ARGENTINA, ho una cugina fantastica (di millesimo grado), Guglielmina. Ci viene a prendere con due zii. Appena scendo capisco che è lei, sensazioni... (Carramba!) Ci caricano in macchina e mentre parliamo di tutto, io, Guglie, Vale, zio Mario e zio Guglielmo ci raccontano qualcosa di ogni angolo della città che vediamo.
Arriviamo alla casa-pesce del mitico Juanchi, il fratello di Guille che ci farà stare a casa sua per le due notti. Come da copione ci eravamo conosciuto su feisbuc, è un ragazzo dolcissimo, ed è ossessionato dai pesci. Costruisce canne da pesca. Tutto in casa sua ha la forma di un pesce, dall'attaccapanni, al cavatappi, le lampade, i tappeti del bagno... tutto. E ogni persona che entra in casa lascia un segno, disegna un pesce sul muro dell'ingresso.
Ceniamo tutti insieme a casa sua, è già tardissimo ma le empanadas calde hanno successo. Arriva anche Diego il ragazzo di Guglie con il nostro amico a quattro zampe, una bestiola agitata come non mai, un cagnolino con nome giapponese  KEEEENSOOO. 
Ci sentiamo come a casa, verso le una  se ne vanno tutti e resta solo il padrone di casa, che programma di uscire, così ci invita a bere qualcosa. Considerando che abbiamo avuto una giornata di lavoro con sveglia alle 8, bagagli e un viaggio di 4 ore, uscire verso le due di notte ci sembra un'OTTIMA idea, e così un po' esitanti accettiamo.
Taxi, che cerca di fregarci propinandoci una banconota falsa, discesa e ricerca del locale, Juanchi chiama il cugino (suo e mio!) e alla fine capitiamo in un bar cosmopolita pieno di englishspeakings, mi presentano a tutti come una cugina dall'Italia con una sua amica, confusione, si parla di anarchia e teorie politiche, la ragazza del mio cugi è Danese e non capisce, la giornata sembra lunghissima... e Juanchi che mi chiede quali sono i miei vizi (visto che non bevo) e io in crisi su cosa rispondere. Nel frattempo capita che un ragazzo sta scappando lasciando il conto da pagare - i suoi amici l'hanno piantato li. Un altro rimette in mezzo al locale - noi per fortuna ci siamo risparmiati la scena essendo sul patio esterno. Infine salutiamo tutti e taxi del rientro - anche questo cerca di fare il furbo allungando la strada. Juanchi che avrebbe dovuto andare dalla sorella a dormire per lasciarci la casa, essendo le 6 del mattino si ferma giustamente a casa sua con noi nel suo letto e lui sul divano.
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SABADO - bus tour
Non c'è problema per il silenzio, riusciamo a docciarci in due, prepararci ed uscire che il cuginetto dorme pacificamente nell'ingresso. Giornata piena di sole, facciamo colazione fuori con delle buonissime medias lunas, e poi arriva il momento tour. Qualche tragitto in metropolitana (qui si chiama Subte) e ritrovo con Guglie e Diego, foto all'obelisco, per poi dirigerci alla fermata del bus-tour, quel tipico mezzo turistico da yankee che per quanto banale ci permette di sfogliare come un album di foto gran parte della città. In un pomeriggio dall'alto del piano superiore scoperto del bus, visiteremo zone diversissime di Bs As, con tanto di cuffie e voce guida. E così Palermo, quartiere La Boca, Puerto Madero, la Recoleta, la Flor, avenida de Mayo. Dalle strutture cadenti e colorate della Boca, dove scendere comporta inevitabilmente tentativo di scippo, alle forme squadrate quasi newyorkesi di Puerto Madero. Tutto così diverso da un barrio all'altro.
L'aria fresca sul volto della metropoli latina, e mi sento incredibilmente viva. Vorrei vivere in una grande città e sentirmi cittadina del mondo. Vorrei sentire mille lingue mescolarsi e chiedermi il perchè di quello che vedo. E sono pensieri che mi accompagnano lungo il percorso turistico.
Terminato il bus scappatina con mega muffin da Starbucks, e poi metropolitana e ritrovo con la cugi: ci portano ad uno spettacolo di tango. Siamo appena in tempo.
Il teatro è semplice ma ben tenuto. Sul palco in apertura solo 4 sedie,  compaiono gli attanti, coppie di ballerini di tango, recitano senza parole, solo con i volti, i movimenti e la danza si trasforma in storie di triangoli amorosi. La suggestione di quello spettacolo è stata incredibile. Forse anche per il fatto di sapere di trovarmi nella città del tango e nel buio di una sala di teatro sopraffatta dalle note vengo coinvolta dall'intreccio delle coppie e mi sento parte del mondo di cui parlano.
Una volta usciti siamo tutti e quattro molto soddisfatti. Aspettiamo lo zio che venga a prenderci in macchina fuori dal teatro per andare a cena, mentre nel frattempo escono gli attori ballerini, applauditi dai parenti. 
Cena a Don Ernesto, un ristorantino zona San Telmo, dove riesco a trovarmi in un solo piatto, cotoletta, patatine, prosciutto, peperoni grigliati, una banana fritta. La tipica "milanesa" porteña.

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DOMINGO - almuerzo familiar
Dopo l'ultimo pernottamento del week end a casa del cuginetto, prima di andarcene disegnamo come promesso ognuna il proprio pesce sulla parete. "E il naufragar m'è dolce in questo mar" dice il mio, un pesce italiano colto.
Di questa domenica con pranzo familiare programmato in casa di una zia, zona Martinez, con tutta ma proprio tutta la famiglia allargata, non posso non ricordare comincamente il viaggio in auto: io e Vale ci chiediamo chi resterà a piedi, ma la soluzione sarà molto semplice, caricheremo valigie, di cui una davanti, con Diego e il cane, e dietro in 4, noi due, Guglie e Juanchi. Totale 6 persone + un cane, che vomita. Si perchè il povero Kensoo (sarà stato l'affollamento di persone) non si sente molto bene e lascia un ricordino sulla portiera rimettendo fuori dal finestrino. Mi sento leggermente male per l'ultima mezz'ora ma appena scesa mi riprendo. 
Ritrovo un sacco di zii, alcuni conosciuti tanti anni fa, i figli grandi, i fidanzati, i nipoti. Mi sento in una famiglia, vera, mi sento a casa. Preparano un asado fantastico, mangiamo benissimo, e ci regalano una quantità industriale di alfajores e dulce de leche da portarci a casa.
E con questo si conclude la fantastica esperienza porteña, con il cuore pieno di emozioni, la musica nelle orecchie e il bus che in quattro ore mi riporterà alla "mia " città.
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Seguirà un week end successivo con le stesse dinamiche, ma questa volta saremo portate alla volta di Tigre, previa passaggio a San Isidro, davvero un luogo meraviglioso di Buenos Aires, dove molti aspirano a vivere, in riva al fiume, acqua dolce, molte barche, una cittadina romantica che mi riporta con i colori e gli odori alle sponde del lago di casa.
Un ringraziamento speciale a tutta la mia famiglia allargata, per avermi accolto con un senso di focolare domestico, tanto lontano nei miei ricordi e sogni, del presente e del passato.
Buenos Aires,  10-13 giugno 2011

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