Socializzare a Madrid

Il tempo passa in una città forse scontata ma indefinibile, multiforme e multiculturale, dove l'esperienza relativa dell'uno non è applicabile a una totalità di emigranti a Madrid, italiani che siano.
Nel nostro spazio blog non siamo soliti dare guide turistiche di genere, ma alcune indicazioni senza tralasciare la magia e la poesia della musica che si ascolta nelle metro, dei perroflautas, dei chitarristi improvvisati che inaspettatamente ti riportano una canzone di Battisti, senza tempo e senza riferimenti, semplicemente emozionale, positiva, anche nella malinconia, che trasforma la solitudine nel momento più apertamente condivisibile, per le strade, fuori, in mezzo al mondo vibrante.
Non aspettatevi di arrivare in una grande città e pumba, conosci tutti, sei in Spagna, un "paese aperto" tutto fiesta e siesta. Questo va bene per una vacanza, ma forse quello non è un vero viaggio. O almeno non un viaggio che cambia l'approccio alla vita. Unconventional non ama i luoghi comuni, tutt'altro. Ma trovare il bello nelle anti aspettative è quello che più ci fa sentir vivi. Trovarsi di fronte a situazioni impreviste, e risolverle. E cosi penso a quanta soddifazione dia riuscire ad arrivare a sentirsi semplicemente in equilibrio, tra la ricerca di accettazione, la voglia di restare e di tornare per ritrovare gli affetti più vivi, la consapevolezza di quello che si ha quando ci si allontana e di quello che si riporta con sé a casa. Il rischio è un po' di non fermarsi mai, perché niente è più intenso di una ricerca continua.
E' cosi tutto un ciclo, nello spazio e nel tempo. Nel grande il piccolo, nel nucleo di un ambiente di lavoro anche Madrid si può essere emarginati chiusi, o farsi aprire le porte da chi meno ci si aspetta. Una città dove è ancora possibile come in una commedia romantica stile C'è posta per te incontrare e uscire con qualcuno che ci ferma per la strada perchè ci si vede tutti i giorni, per la stessa strada, dello stesso barrio. E cosi si può arrivare alla conclusione che la chiusura e la piccolezza di un luogo non è altro che un approccio mentale.  
Emigrare non è facile per nessuno, anche quando gli appoggi non mancano. E l'aspettativa gioca la sua parte. E se anche tu ti senti un emigrante sperduto entra e conosci persone qui! du du du du.  Fine dello spot, ma è davvero così. Abbiamo già parlato dell'evoluzione dei rapporti interpersonali e dell'instaurare relazioni, forse in maniera un po' negativa e disillusa, ma non di quanto sia imprescindibile utilizzare proprio questi  nuovi metodi a-personali, senza vergogna di apparire come chi ha bisogno di qualcosa, di socializzare, di condividere, perchè alla fine uscire insieme non è altro che questo. Forum, facebook, twitter, non bastano a occupare intere giornate di lavoro, ma sono quello che unisce e soprattutto, fa incontrare. Persone che non si sarebbero mai viste, che non avrebbero mai condiviso. Eppure solo pochi anni fa basta ricordare un Erasmus (perché mi sento così vecchia?) e non è mancato nessun divertimento, ma c'era chi, come la sottoscritta web addicted, viveva senza internet e pc in casa. Che fierezza! D'altro canto, si sa, che chi non ha il modo, lo trova, e così ci evolviamo nelle comodità, ma chissà se altrettanto nella mente.
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E fu così che anche un'italiana come tante a  Madrid, gira felicemente tra Sol, Chamberì, Chueca, Malasaña. Visita con i suoi amici italiani Segovia e Toledo.

Guide sui posti migliori di Madrid spopolano, ma parliamo di un posto specifico e stiliamo una lista di zona "pija" (a tutti gli etimologi: mi sto esprimendo con tutte queste parole slang perchè rendono meglio il sesno, come diciamo noi italiani col nostro dialetto, e perché sono convinta che a Madrid ci sia un uso molto superiore alla norma del resto del mondo di forme gergali, fino a costituire interi discorsi solo di quelle, auguri ai neo arrivati che hanno studiato spagnolo sui libri) , zona di valigette 24 ore e pranzi di lavoro, conferenze, banche, affari chiusi con un bicchierino in più.
Il sole a quell'ora batte sul'asfalto anche d'inverno a Madrid, e i vestiti del mattino sono sempre di troppo, il cielo mi ricorda quello del Sud Italia, così limpido, ma l'inclinazione della luce quello delle mie colline.  Non parlerò di cibo spagnolo, per non doppiare le guide serie, ma di cucina etnica. L'offerta dell'etnico trovo sia molto più articolata di quanto siamo abituati in Italia (giustamente fieri nazionalisti di quel poco che ci resta), e così basta avere i colleghi giusti ed eccovi las sugerencias dei menu del dia più buoni della zona Alonso Martìnez:


  • GingerBoy: thailandese, speziatissimo, gentilissimi, con 10 euro un menu ricchissimo, rollitos, pollo e riso, e i dolci... torta di carote, mousse i fragola, di panna. Sponsorizziamo chi si impegna e ci regala momenti di gusto in una lunga giornata di lavoro!
  • Olivia te cuida: eh si, Olivia si prende davvero cura di te, per questo si fa pagare il servizio. Italiano, salutare, tutto ecologico, un piatto con tre cose, occhio a cosa scegli e puoi sentirti più o meno sazio, occhio ai dolci perchè il prezzo è un po' fuori portata, anche se sono buonissimi e il nostro amico Paolo li fa ad arte. Dove c'è Italia, c'è casa. La location merita nota: un tavolo si condivide con altre persone, per risvegliare la fratellanza di ognuno, forse.
  • Sushi Shop: non mi piaceva il giapponese, e finora ero sempre rimasta affamata, e sbancata, ma se si può mangiare sushi a 10 euro ed essere sazi le cose cambiano...
  • Oishi: giapponese e ramen, è bella la location, e il cibo è vario, e poco costoso, non siamo nella top three, ma meritava un posticino fra noi, almeno per l'affezionarsi dopo diversi pranzi assieme.
Parlare già del dove ballare sarebbe troppo, ma nelle esperienze di vita a Madrid possiamo con certezza anticipare i prossimi consigli danzanti, nei prossimi post. Tutto si può riflettere qui come in ogni luogo, le compagnie che frequentano sempre lo stesso locale, quelle che bazzicano le stesse tipologie, e quelle compagnie raffazzonate dai social di emigranti, che girano con le idee meno chiare nelle nottate e mattinate di Madrid, in cerca di chupitos e musica a costo zero, che non fanno caso a chi fa loro caso, e che si abituano agli after con facilità. 


Commenti

  1. Vecchia a 27 anni? Tantissimi ci vanno alla tua età in erasmus e vanno a ballare tutte le sere fino al mattino! Hai ancora tanti anni davanti a te per fare festa, non ti deprimere che non è proprio il caso ;)

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  2. e chi ha detto che ho 27 anni?? e che non vado a ballare fino al mattino?? non mi sto deprimendo affatto =)

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