PRIMER DIA DE "TRABAJO"

Dopo il famoso sabato sera sotto la guida di Jose,  cappatina al Galiffi e stazionamento al RockFeller's, scopriamo che qualcosa di più avvvavnti di noi c'è qui in Argentina: le lunghe attese per ottenere un tavolo in Italia progrediscono a suon di cameriere che canta (il tavolo di Camilla è libbero, Camilla x 20!!), qui  invece ci viene consegnatoun fantastico mini disco volante. Pare che invece della chiamata alla maniera italiana qui il disco volante si illumini quando è il nostro turno. Una bevanda analcolica (Coca light all over the world), e ancora il nostro fuso orario non ci permette di adeguarci alla fauna locale, che nel momento in cui noi torniamo si appropinqua a cenare. 

Dopo una domenica in giro, con il cielo di nuovo grigio e un caldo umido primaverile, arriva il giorno tanto atteso, il primer dia de trabajo. La temperatura si è abbassata vertiginosamente, il cielo è azzurro limpido, il sole splende verso le 8 del mattino. Mi alzo un po' di tempo prima per realizzare come potrei vestirmi, fare un' abbondante colazione, preparare tutti gli incartamenti necessari. Io e la mia coinquilina-collega ci avviamo. Il freddo del mattino mi fa rimpiangere di non aver preso uno di quei miei berrettini di lana molto fashion, comunque arriviamo giusto quei cinque minuti canonici di anticipo... trovando el despacho chiuso! nessuno inizia il lavoro prima dell'apertura, le ore 9 non sono l'orario di effettiva operatività. Attendiamo finchè il nostro già familiare tutor arriva, Ignacio, col suo vestito elegante ma di taglio ormai datato. Solite pratiche e la prima sensazione non mente. Pare che ci sia davvero poco da fare. Conosciamo il nostro compagno Ricardo, un simpatico moretto piccolino - sarebbe più simpatico con un alito più fresco - che parla italiano con accento sudamericano e spagnolo con accento italo-meridionale. L'ufficio è completamente congelato, per questo chiedo a Ricardo se è normale, lui dice che no, per questa stagione fa troppo freddo- no, io intendevo per questo ufficio! Nonostante l'accensione della caldaia, una strana scatola metallica con una grande fiamma all'interno, il cui calore come un incendio che si rispetti sale verso l'alto dei soffitti (molto, molto alti), mi metto giacca e sciarpa e lavoro cosi. Il segreto professionale assicurato dalla mia firma stamane mi intima di non tergiversare sui dettagli del mestiere - i pochi dettagli, finora. Fattostà che verso le 1 pm ora locale, con le ossa ormai congelate, il morso della fame si fa sentire. Ricardo è impegnato in un altro ufficio con una persona altolocata, e non ci sembra il caso di disturbare Ignacio per fare un'unica domanda: possiamo andare a mangiare? cosicchè aspettiamo, e al ritorno di R. chiediamo se l'ora della pausa sia libera... si, claro, però hoy cerramos a las 2.30. Ormai affamate ore 2, decidiamo di restare fino a chiusura. Corro a casa e mi preparo un piatto di pasta, l'unica cosa che mi resta in casa, d'altra parte non ho le forze per fare la spesa prima. Essendo un orario ancora consono per trovare qualcuno di sveglio in Italia, mi fiondo su pc, accendendo contemporaneamete l'acqua, preparando un po' la tavola, cambiandomi, e cercando disperatamente qualche persona cara connessa a qualche fenomenale software di comunicazione istantanea. Il poter concentrare tutto nelle poche ore da quando torno dal lavoro fa sentire un po' in trappola; sapere che è sera, che la solitudine potrebbe farsi sentire proprio ora, ma che nessuno dei miei cari può essere in ascolto. E cosi tutto d'un fiato, chat, telefonate con e senza webcam, emozioni. Messaggi brevi e inaspettati. Ma devo uscire. 
Spesa e lavanderia. Affronto finalmente la lavanderia. Non avendo lavatrice in casa, sono costretta ad avventurarmi in questo per me nuovo mondo. Porto anche gli asciugamani della casa che avrebbero dovuto esser puliti, ma che in realtà presentavano delle dubbie macchie nere. La ragazza è molto gentile, la roba è pronta per domani. 23 pesos, circa 3,80 € e la roba ti viene riconsegnata asciutta e piegata. Direi che questo si chiama ottimizzare costi e servizi. Di nuovo spesa, torno a casa, non ho molta fame ma mi faccio una di quelle vellutate solubili che in Italia mi piacciono cosi tanto... qui tutto ha un sapore molto diverso però. La mia crema di zucca preferita dovrà aspettare. 
Nella solitudine e nel silenzio della serata rosarina, e della notte fonda italiana, mi metto volentieri sotto il mio caldo piumone, con un animaletto anfibio sul comodino che mi osserva e mi sta portando fortuna.

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