Primer finde

La grande differenza fra una vacanza e un VIAGGIO, è proprio quando inizi a fare le stesse cose della tua quotidianità, in un altro luogo, completamente diverso dall'ordinario. E le fai alla maniera in cui le fanno i locali. Le adatti, alla cornice di dove ti trovi. Andare in giro alcuni giorni e visitare musei, luoghi d'attrazione, è un qualcosa che mi piace nel tempo libero, ma mi fa sentire sempre mancante di qualcosa, mi fa sentire di non aver vissuto quel luogo. Andare a Jaén vivere in casa con la mia I., andare a lezione unversitaria con lei, fare quello che fanno tutte le sere gli erasmus li con lei, quello è stato un viaggio, anche se per pochi giorni. E tutti questi pensieri corrono con me, in riva al Rio Paranà col suo colore marroncino, il traffico di auto vecchie e inquinanti, le biciclette in messo alla strada che sfidano il senso del pericolo, pattinatori sui roller in mezzo ad una avenida di 3 corsie, le luci del tramonto, l'Ipod nelle orecchie. E' sabato, il sabato prima di una maratona, il percorso pedonale è tappezzato di bancarelle. Viaggio è rimanere affasciati nel vedere strani strumenti musicali abbandonati a terra da ragazzi rasta a gambe incrociate seduti in mezzo al parco, odori di incensi fortissimi mescolati a quello dei dolci caramellati dei mille ambulanti. Tra i vari capannoni che affianco correndo, ce n'è uno con la musica altissima dentro cui si intravede uno scivolo per gli skaters. Lo skateboard un po' come nei nostri anni 90 è davvero di moda qui. Nonostante lo smog inizio a respirare la libertà: corsa, doccia, cena qualsiasi ora, e poi week end, sveglia tardi, tempo per me. Tempo. Erano mesi e forse un pio d'anni in cui non avevo del tempo per me, per pensare, senza fretta, senza correre, senza perdere quello che ho intorno. E sono fortunata a poterlo avere qui questo tempo, poter osservare qualcosa che mi porterò dentro per molto tempo. 
Ma cominciamo dal viernes, stasera si esce. Dopo l'appuntamento fallito con la nostra amica Lu, decidiamo di uscire per conto nostro: cappatina al Red Lion, qualcosa da bere in piedi, un dj che mette buona musica, a basso livello per parlare. Poi si cambia, Galiffi's. Eravamo state lo scorso sabato giorno di arrivo, ed era vuoto, torniamo ora con gli orari argentini, tavoli sporchi dopo una festa, musica e televisori che trasmettono i video, gente di tutte le età già in piedi che accenna a ballare. Ad un certo punto un signore vecchiotto e piccolino dello staff ci fa scendere e sposta tutti i tavoli, l'attenzione viene catturata dal balconcino postazione del dj, alcuni si attaccano qualche sigaretta... Basta poco e già siamo amiche del barista, ci offre da bere, ci offre l'ingresso per il giorno dopo, ci presenta argentini, iniziamo a parlare un po' sforzandoci di capire una lingua fortemente caratteristica nonostante la musica da discoteca. Balliamo una cosa simile alla salsa, stranite. E in un baleno sono le 4 del mattino, ci despedimos,  a casa a dormire. La mattina non riusciamo a dormire fino a tardi, il primo pensiero è ancora sempre l'ORA ITALIANA. Ancora non riusciamo a non pensare alla nostra giornata in funzione di quella del nostro paese. Colazione e pranzo, corro e per cena decidiamo di provare una fantomatica pizza domicilio. Muzzarella, Capressa, Margarita... no comment!! ingredienti inventati... Mi avventuro sui peperoni. Arrivano puntuali (già temevamo un'ora di ritardo) arriva un cartone con due pizzette quadrate: pomodoro praticamente iniesistente, i peperoni sono peperoncini piccanti tipo messicani. E penso alla mia E., a cui piacciono tanto i peperoni come a me, e non sarebbe per niente soddisfatta! Fino alle 3 di notte la cara pizza mi saluta dallo stomaco, ma la coca del Red Lion mi sistema. Proviamo un nuovo locale, Taboo, sale oscure, ragazzi giovani, fumo di effetto. Niente da fare, vince il Galiffi con i biglietti gratis. Facciamo una capatina, ma dopo le 1,30 non vale il nostro pass. Esce un ragazzo di quelli conosciuti ieri. Gli spieghiamo che non ci fanno entrare, ci guarda e... ci fa entrare con lui. Alla faccia della tipa con occhialetti da prof all'ingresso. Mi sento già una diva. Il Le disque di Rosario è qui!! Il sabato sera aprono un'altra sala con musica "occidentale", e sotto le note di Barbra Streisand mi guardo intorno e la serata passa tra composizioni psichedeliche e balletti, poche pubbliche relazioni, sarà la stanchezza.
Con i vestiti puzzolenti di fumo come ai vecchi tempi, mi faccio una dormita di quelle belle, svegliandomi ogni tanto a guardare il cellulare aspettando un messaggio. Di quegli occhi che ogni tanto mi appaiono qui per le strade. Ormai sono le 11, le mie fantastiche briosche congelate e scaldate come appena sfornate mi aspettano... una settimana si conclude, un ciclo nuovo da domani: si lavora seriamente. 
Mi vida aqui, y mis pensamientos en otro lugar.

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