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Il social-e

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Guardati intorno, alla faccia di questo tuo essere fuori dall'ambiente nativo, parla, incontra e scopri. Scopri come siamo, abbi paura e temi l'adeguamento. E' una riflessione che nasce dall'amore, l'amore per il vero e il profondo, che sia amore sentimentale o filiale, fraterno o amichevole. Sarà solo perchè ogni giorno devi affrontare una folla di persone in una città metropolitana, che lavorano 10 ore davanti a un pc, che possiedono, tutto, tranne loro stesse. Siamo la generazione dell'avere. E vogliamo tutto e subito. Ma in tutto ciò, è ancora possibile cercare quello sguardo timido, quel batticuore, che senza malizia fa scorrere fiumi di parole e di sogni su qualcuno. Torniamo un po' alle origini di una scrittura, alle origini di un percorso, di un'esigenza, alle orgini di quella ricerca che è onnipresente. E' cosi facile avere, possedere l'altro, possedere il suo corpo. Ottenere qualcosa di cui abbiamo bisogno. Soddisfare questi bisogn

Appartamento non convenzionale

Per le strade di Madrid con una regolarità assai piacevole tutti i giorni percorro la mia via verso il lavoro Visualizzazione ingrandita della mappa e una mattina come tante preparo borsa a tracolla, sacchetto con cioccolatini italiani, musica nelle orecchie per pensare. Da ormai un mese passo a fianco ad una comunità nigeriana, al parrucchiere con gli occhiali da vista colorati, al signore che fa uscire i churros con la loro forma caratteristica dall'impastatrice e si mostra attraverso il vetro del suo bar. Un ragazzo con l'Ipod che vedo ogni mattina, il sole - mi sto abituando a un tempo troppo bello - e il mio passo scattante che non mi fa sentire alcun freddo. E' lunedì e ripenso al giovedì notte di salsa, e al sabato notte, alle luci del Joy che rischiarano la chiusura delle 6 del mattino, il dolore ai piedi, la metro. Osservo nei bar le persone che fanno colazione e oltre a chiedermi perchè in italiano non esista la parola "colazionare" che sa

Fiestas Navideñas en mi casa Madrileña

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E come nelle migliori storie, sono le 11 dell' 11 gennaio e tutto va bene, qui a Madrid.  Dopo un'accurata valutazione del caso, ho deciso di trascorrere le festività qui, giusto per affrontare una nuova esperienza vitale. E' stato rigenerante: niente pranzi obbliggati, niente litigi dei parenti, sensazione di purificazione almeno apparente. E così dall'essere molto libera sono passata improvvisamente al molto indaffarata, per le calles di Madrid. Visite turistiche sotto un caldo sole che illumina il presepe all'aperto, danno un colore estivo a questo Natale. Appagante, non dover fare per forza regali a tutti, e ugualmente passare una vigilia di atmosfera domestica, con un tacchino gigante in tavola e varie nazioni intorno. La scoperta i nuovi sapori e odori, luci che cambiano colore, panettoni spagnoli. E così il lunedi di Santo Stefano è già lavorativo, ma il clima rilassato è meglio di una vacanza. Stuzzichini e cañas prima e durante il lavoro, colazioni e caf

Primera Semana

Fantastica domenica primaverile oggi a Madrid. Sole, circa 12°, mi alzo tardi, colazione abbondante. Me la sto prendendo comoda, sto coltivando tempo per me. Ma oggi è il momento di incrementare quel processo di ambientamento, che prevede di poter fare all'incirca tutte le attività dell'environment natale. Questo implica alzarsi, mettersi l'abbigliamento da running e incamminarsi per la prima volta verso il vicino Parque Santander . Ovviamente a 5 minuti da casa mia, situata dove c'è praticamente tutto.  Le grandi città: non devi essere solamente nel centro storico per avere tutto. Anche spostandoti di una decina di km dal pieno centro, continuano ininterrotti a ripetersi in ogni via tutti i negozi, locali, supermercati, senza lasciar scoperta nessuna zona. Ovviamente ci sono le vie caratteristiche, quelle dei negozi di abbigliamento magari, ma il resto si trova ovunque. Vinco la pigrizia incipiente, Ipod e attraverso la grande strada che mi separa dal parco. E'

L'ARRIVO

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Un po' per caso, un po per destino o volontà, mi ritrovo ad affrontare un nuovo periodo all'estero, a metà ancora tra studio e lavoro, apprendimento e guadagno.  C'è chi dice che lo volevo, c'è chi mi stima, c'è chi non comprende. Fattostà che siamo ancora qua, nuovo incubo valigie, nuovo appartamento, nuova città, stranieri. E sono una testimonianza delle tante, che fuggono dal paese d'origine per cercare fortuna. In realtà non sono poi così avventuriera, non sono passata dalle stelle alle stalle, sono in un paese più che civilizzato -  qui i paragoni con il recente soggiorno argentino sono inevitabili - già assunta come stagista con un progetto europeo. Dejavù: all'aeroporto Valerio Catullo di Verona, esattamente come alcuni mesi fa. Eppure stavolta non mi scendono lacrime. C'è più nervoso, agitazione, come di chi lascia un sacco di sospesi e ha paura di non riuscire a risolverli. Non ci sono lacrime perchè non mi sento più sola, ma solo un po&